Febbraio il mese dell’impulsività. parte terza

Impulsività e Gioco d’Azzardo: ampliamo lo sguardo

Come approfondito in altre sedi i giocatori che sviluppano un disturbo da gioco d’azzardo (DGA) spesso esibiscono caratteristiche di impulsività che rappresenta pertanto un aspetto rilevante nella genesi ed evoluzione del DGA.

I giocatori impulsivi manifestano diversi fattori di vulnerabilità. A livello neurologico emergono spesso alterazioni del sistema della gratificazione – un’anomala sensibilità alla ricompensa, alla vincita e una forte avversione alla perdita – oltre che una bassa efficacia del controllo degli impulsi a livello della corteccia prefrontale. È presente inoltre una scarsa capacità di autoregolazione che incide sulle operazioni di pianificazione, modulazione e inibizione della risposta –.

Anche la giovane età rappresenta un fattore di rischio dal momento che in età precoce non si è ancora compiuto un pieno processo di maturazione delle aree corticali superiori che permettono a un individuo di anticipare, progettare, stabilire obiettivi, autoregolando il proprio comportamento per adeguarlo a nuove condizioni.

Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato da una spiccata tendenza a sperimentare un forte eccitamento in caso di stimoli nuovi e inaspettati, all’evitamento della routine e della monotonia, alla bassa resistenza alle frustrazioni (noveltyseeking). La tendenza al noveltyseeking alimenta una sorta di “impermeabilità cognitiva ed emotiva” del giocatore che perde contatto con il senso del limite.

Inoltre il giocatore agisce la propria impulsività sia in termini comportamentali che cognitivo-emotivi.

Sul piano comportamentale parliamo di impulsività motoria (impulsive action) quando il giocatore non riesce a controllarsi dinnanzi alla possibilità di giocare. Alcuni giocatori ad esempio non riescono minimamente a fermarsi quando hanno in mano una banconota e riportano l’esperienza di gioco come una sorta di trance in cui perdono completamente la connotazione spazio temporale, l’attenzione verso i propri pensieri, emozioni e bisogni corporei, continuando a giocare anche per moltissime ore senza accorgersene.

Dal punto di vista del funzionamento cognitivo ed emotivo parliamo della tendenza a prendere decisioni impulsive (impulsive choice), quando emerge una predilezione per scelte molto rischiose, che offrono ricompense immediate, seppur minime, e poco valutate nelle loro implicazioni.

Infine un aspetto molto rilevante è quello della svalutazione della ricompensa differita (Delayed Reward Discounting) che ci indica proprio l’incapacità del giocatore di ritardare le gratificazioni e la preferenza per ricompense immediate e minori piuttosto che maggiori ma posticipate. Semplificando “è sempre meglio un uovo oggi che una gallina domani”.

Infine il giocatore problematico effettua scelte rischiose anche perché tende a sovrastimare le probabilità di vincita e sottostimare quelle di perdita. Nel far ciò prende decisioni appoggiandosi a delle scorciatoie del pensiero (ben approfondite in un altro articolo e in un video su questo sito) certamente rapide ma ricche di bias (errori di ragionamento).

In base a quanto sinora detto va posta particolare attenzione su quegli elementi dell’esperienza di gioco che favoriscono, mantengono e calcificano l’esperienza stessa alimentando caratteristiche di impulsività che si è visto essere favorevoli e prognostiche di un aggravamento della patologia.

to be continued…

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