Fattori di rischio: abitudini familiari
Come sostiene Aristotele gli esseri umani sono prima di tutto animali sociali e per questo incapaci di vivere isolati gli uni dagli altri; in virtù di questo, costruiamo le nostre modalità di relazione, i nostri stili di comportamento, il modo in cui manifestiamo le emozioni, le nostre cognizioni mediante un processo continuo di rispecchiamento con le figure di accudimento prima e con gli “altri significativi” per noi poi.
È ampiamente noto che buona parte del processo educativo si fondi su imitazione e osservazione costante. Ciò accade tra genitori e figli ma anche tra giovani e insegnanti prima e modelli di riferimento dopo.
È pertanto importantissimo che i messaggi educativi portino con sé un alto grado di coerenza. In altri termini “ciò che dico e ciò che faccio” non devono entrare in contraddizione.
Crescere e vivere in un ambiente familiare in cui vengono sdoganati o promossi comportamenti di tolleranza nei confronti del gioco d’azzardo, rappresenta un potente fattore di rischio per sviluppare una dipendenza da gioco.
Fattori di rischio: lo stress
Stress è uno dei termini più usati, e a volte abusati, nel linguaggio comune. Possiamo definirlo come una risposta aspecifica da parte dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso.
Non tutti sanno che lo stress ha anche delle funzioni adattive e non è “sempre” e di per sé patogeno. Il problema si pone quando lo stressor o stimolo stressante – per esempio una sollecitazione proveniente dal contesto sociale, relazionale, ambientale – diviene eccessivamente pressante e prolungata. Questo conduce al passaggio da una fase di stress acuto ad una seconda fase di resistenza fino alla fase di esaurimento e può mettere la persona nelle condizioni di pensare di non possedere sufficienti risorse per far fronte alla situazione.
Lo stress come fattore di rischio
Fattori Individuali: protezione e rischio
Emozioni e comportamenti sono tra loro strettamente correlati. Potremmo dire che ogni comportamento nasce e si muove grazie e attraverso una o più emozioni.
Quando le emozioni sono vissute positivamente anche comportamenti e pensieri connessi tendono a creare positività innescando processi costruttivi. In caso contrario alimentano negatività e malessere. Ma il malessere e l’ansia non possono essere sostenute troppo a lungo senza indurre la persona alla ricerca di “soluzioni” o pseudosoluzioni tese a ridurlo. In queste occasioni i comportamenti disfunzionali possono insinuarsi trasformandosi in dipendenze strutturate, quali quelle legate al Disturbo di Gioco d’Azzardo.
Fattori Individuali: Protezione e rischio
Adattamento
Siamo tutti recentemente transitati per un tempo che ha ridotto il nostro spazio di movimento, ha ridefinito il nostro senso di libertà, ci ha costretti ad una parziale perdita di controllo. Non solo: l’esito finale delle disposizioni emanate per la tutela della salute dei cittadini è stato il distanziamento tra le persone, uno scollegamento gli uni dagli altri. Ma è in virtù del nostro mantenerci in contatto, rispecchiandoci negli occhi delle persone che ci riconoscono e continuano a riconoscerci, che riusciamo a tenere accesa la nostra capacità di adattamento alle condizioni più difficili.
Il termine Adattamento in biologia si riferisce alla facoltà degli organismi viventi di mutare i propri processi metabolici, fisiologici e comportamentali, consentendo loro di adattarsi alle condizioni dell’ambiente nel quale vivono. Darwin ha sostenuto che “Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”. Tra le specie viventi quella umana possiede tutte le risorse per adattarsi a mutazioni anche estreme attraverso la propria capacità di esercitare la resilienza.
In ecologia e biologia, la resilienza rappresenta la capacità di una materia vivente di auto-ripararsi dopo un danno. In informatica, quella di un sistema di adattarsi alle condizioni d’uso. In ingegneria, la capacità di un materiale di assorbire energia in conseguenza delle deformazioni elastiche e plastiche per evitare rotture. In psicologia, la resilienza è la capacità che possediamo, di far fronte ad eventi traumatici, di riorganizzare la nostra vita dinnanzi alle difficoltà mantenendoci vigili e sensibili nel cogliere le opportunità e aprirci a nuove possibilità.
Non si tratta di una caratteristica che c’è o non c’è bensì di una funzione che possiamo attivare perché “le radici della resilienza sono da ricercarsi in quella sensazione di essere compresi e presenti nella mente e nel cuore di un altro che ci ama, che è sintonizzato e che è padrone di sé”(Diana Fosha).
Siamo in grado di adattarci quando stiamo proteggendo il nostro assetto relazionale, quando ci fidiamo di esso e lo utilizziamo come base sicura per affrontare il cambiamento. Questo ci regala una visione che supera la difficoltà attuale e ci proietta in un senso di possibilità su cui possiamo “scommettere”.
A volte basta poca acqua per tornare a “vivere”!
CORONAVIRUS: NON SOLO UN’EMERGENZA SANITARIA!!
Di fronte a situazioni estreme, ciascuno di noi reagisce con modalità differenti. Alcuni negano l’esistenza del problema, attuano l’evitamento come meccanismo principale di difesa psicologica; altri si immergono, quasi ricercano spasmodicamente informazioni sull’oggetto dei propri timori. L’amplificazione di ciò che ci preoccupa offre a paura, tristezza, demoralizzazione e ansia un’ampia cassa di risonanza. Di fronte a minacce realistiche per la propria salute le emozioni assumono un ruolo preminente, rendendo di più “semplice” comprensione scelte e comportamenti individuali che altrimenti apparirebbero insensati. Esiste un importante altro lato all’emergenza Covid-19 che riguarda tutti noi e la nostra quotidianità e che non concerne solo aspetti sanitari. Imprevedibilità, instabilità, restrizioni: come stiamo affrontando questo momento? quali sono le possibili conseguenze?